giovedì, ottobre 26, 2006

Brodo

Dovrei studiare, ma ho il minimo di onestà che basta per rendermi conto che sto perdendo tempo perchè non riesco a concentrarmi. Tantovale scrivere un po'.
Da quando sono riiniziati i corsi mi rendo conto che mi si sta imputtanando nuovamente la capa. Trovo terribile la mancanza di quiete, l'agitazione interna causata dai mille input che ci circondano ogni istante. Seguire i corsi, fermarmi a parlare con gente che conosco (per fortuna pochi), correre in mensa, tentare di studiare ossa pallosissime (beati gli omini della lego...), fare pausa caffè, parlare nuovamente di cagate che non hanno capo nè coda giusto per non starsene zitti, arrivare a casa di corsa... la degna conclusione è piazzarsi davanti a una stupida trasmissione tv. L'oblio, ricordiamoci, ci porta a ricercarne ancora. E' come una droga: se durante la giornata siamo abituati a essere sommersi da input, durante il tempo libero cercheremo attività che ci forniscano altrettanti input. E' un circolo vizioso.
Probabilmente la società si nutre proprio di questo circolo vizioso. Ci abitua a ritmi alienanti a base di lavori con tempi frenetici e svaghi altrettanto frenetici.
Mi sto rincoglionendo. E' passata da un bel po' la pace di Agosto in cui avevo tempo di pensare, è giunto il tempo di agire, parlare, correre. Una nuova stagione di stress e cazzate.

Perchè c'è sempre il bisogno di parlare?... Non si puo stare seduti e zitti se non si ha una cippa da dire? Naa... non sarebbe carino, vero? Peccato! Succede spesso di avere la testa vuota di argomenti interessanti, non perchè non ci siano, magari non vengono in mente o magari non è giornata; in quei casi sarebbe bello potersene stare zitti, invece di solito viene fuori sempre qualche cagata.
Se si è fortunati muore, con un po' di imbarazzo generale. Nel caso peggiore si inizia a discuterne, usandola come appiglio per risolvere la propria mancanza di argomenti. Da queste situazioni nascono discorsi terribili. Vere e proprie aberrazioni dialettiche che sembrano avere vita propria, nutrendosi di stronzate e diventando sempre più grosse. Pogiandosi su dogmi e luoghi comuni riescono a scalare montagne di nulla. Terrificanti.

Il dilemma è che l'irrequietudine mi influenza fortemente la concentrazione, in qualsiasi attività...Che seccatura che sono, sempre a lamentarmi.
Fatto strano è che mi sembra di essere l'unico a rendersene conto. Probabilmente dipende dal fatto che vivendo il momento, uno non riesca ad accorgersi del cambiamento del proprio atteggiamento e di quello altrui. Come le rane, che se le metti in una bacinella di acqua fredda posta sul fuoco riesci a farle bollire senza che se ne accorgano. NON FATELO-NON È UNA BELLA COSA anche se sarebbe un modo carino per suicidarsi se funzionasse anche per gli uomini...al calduccio...poi dopo una mezzoretta, prima di schiattare puoi berti pure un po' di brodo appena fatto. Non male. Basterebbe ricordarsi di aggiungere delle verdure all'acqua e un po' di sale.
Brodo umano. hmm...

Beh, ho passato abbastanza tempo in questa auletta di informatica con il condizionatore acceso a fine ottobre.
Come avrete notato la storia del rincoglionimento è verosimile. Mi è venuta voglia di brodo... quasi quasi dopo passo al supermercato e prendo un po' di granulare star aroma negro.

venerdì, ottobre 20, 2006

Aggiornamento dell'ultima ora

Beeneee! E' venerdì sera e sono depresso da circa un mese e mezzo. Mi sono appena reso conto di aver fatto svariate cazzate nelle ultime settimane e sono difronte a un dilemma filosofico di non indifferente mole, oltre ai problemi più terra-terra che affliggono il quotidiano. Situazione non rosea, sopratutto in prospettiva di una tediosa serata clone di molti altri venerdì sera, ma forse è meglio così, le novità potrebbero scombussolarmi il metabolismo, chissà!
Non si potrebbe una sera andare in montagna, thermos di vin brulè, sacco a pelo e sdraiarsi a guardare le stelle???? A mio avviso sarebbe carino, io la butto là.
Per chi non avesse letto gli ultimi commenti-i due ultimi post sono deliri di un ubriaco, non prendeteli sul serio. So che scrivendo certe cose l'altissimo livello di contenuti del blog rischia di decadere, ma non mi pare carino cancellarli, in fin dei conti sono pensieri pure quelli-imperscrutabili pure per me a posteriori, ma chissà, magari un giorno capirò cosa volevo dire. (mooolto improbabile).
La vignetta rimane comunque carina.
Sto lavorando al postone, ma mi si stanno aprendo voragini che devo prima colmare con un paio di libri, con il fine di non scrivere troppe stronzate; ci tengo.
Che altro aggiungere? Non mi vengono in mente argomenti ancora meno interessanti. Potrei parlarvi della mia vita intestinale, sarebbe sicuramente più vivace di quella sociale, ma mi rendo conto che non è il caso. Troppi batteri.
E con questa stupenda massima mi congedo_

domenica, ottobre 15, 2006

Scafo

E tutto il mondo fuori...
Come siamo terra-terra sotto sotto... facciamo quasi schifo. Anzinò, schifo non ha troppo senso, piuttosto scafo.
Scafo ci sta, cazzo! ("Sei molto scafo oggi!"-"Grazie, altrettanto!").._::_;[punti, duepunti, puntevvirgola].
Azzo... buona notte disadattati dello scafo. [()stop_]

666

Probabilmente questa è troppo... chi vuole la colga, gli altri si fottano.
Quanto sono arroganzio.
:-) ---> in vero odio questi smile, chebbuòfà, èddimoda.................
666

lunedì, ottobre 02, 2006

Volgarità

Dopo le stronzate dell'ultimo blog una chicca: la definizione che ha dato Enrico Vaime della volgarità durante un intervista di Fazio.
"La volgarità è la consapevolezza di essere nel giusto, non dubitare mai, della propria eleganza ad esempio. Il non dubbio ti porta alla volgarità, che puo essere essere esteriore ma sopratutto interiore."
Piuttosto azzeccata direi.
Per il post sulla felicità, molto atteso, dovrete pazientare un po'. Non sono abbastanza in forma (che eufemismo!), penso che passerò i prossimi giorni a piangermi addosso e autocommiserarmi per mia inettitudine nell'esprimere pensieri e sentimenti. Appena mi passa mi metterò al lavoro.
Saluti a tutti voi commensali.