giovedì, novembre 09, 2006

citazione:

in America non ci sono sinistra e destra
c'è solo destra ed estrema destra

martedì, novembre 07, 2006

Mal di schiena

Maremma come è scritto male l'ultimo post... vabbe', ho la scusante che sono straniero.

Vorrei scrivere un pensiero a parer mio simpatico, che ho fatto tempo fa leggendo un brano che trattava di epistemologia.
Siamo soggetti indipendenti dal mondo? E' possibile pensare a un uomo fuori dal contesto che lo circonda?
Per rispondere mi sono immaginato un cervello alimentato e tenuto in vita, completamente isolato da stimoli nervosi esterni. Si svilupperebbe? Potrebbe sviluppare una coscienza? Il buonsenso mi dice di no, molto probabilmente anche la scienza, dovrei informarmi meglio ma in linea di massima penso di essere nel giusto.
Se dunque ammettiamo che ci sviluppiamo e cresciamo come individui grazie sopratutto agli stimoli che ci arrivano dai nostri organi di senso e poi interagiscono con il nostro bel cervellone, è possibile immaginarci come organismi isolati? Si puo pensare a un uomo, senza pensare al mondo che lo circonda? Se fosse possibile isolare del tutto la macchina che ci determina come soggetti, il nosto cervello, con massima probabilità questo non sarebbe in grado di pensare. La riflessione che ne deriva mi ha portato a pensare all'uomo non come parte isolata, ma come parte in continuità con il mondo, come un organo parte di un organismo costituito dal mondo esterno che gli fornisce gli input necessari per vivere e ne subisce l'influenza.
L'immagine è quella di un albero, dove il corpo umano è il tronco e rami e radici sono gli scambi che avvengono con cio che ci circonda. Uomo visto come in continuità con la terra. Continuità non solo fisica, dovuta alla necessità di cibarci, bere, respirare ecc., ma sopratutto di natura psichica: i pensieri che facciamo, visti come il prodotto di stimoli arrivati dal mondo che ci circonda. Alle volte questa continuità si prova molto fisicamente quando si fuma o si prendono sostanze allucinogene, ma penso ci si possa arrivare bene anche meditando.
Secondo questa visione risulta difficile estraniarci da ciò che abbiamo vissuto e che ci circonda. Inutile negare che la nostra etica personale è almeno in parte segnata da principi cristiani e altri propri della società in cui viviamo. Fanno in una certa misura parte di noi, ci siamo confrontati con essi e ne siamo stati segnati; anche se magari siamo giunti a credere nel valore opposto a quello che ci è stato proposto. In minima parte ci ha segnato tutto ciò che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Oserei dire che in parte siamo ciò che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo.
Questa visione mi risulta confortante, sopratutto per un pensiero ateo. Si avvicina probabilmente a una visione buddhista: uomo come parte del tutto. Potrebbe essere una valida motivoazione per non sentirsi soli.
Più ci penso e più mi piace...

Turrbometafisica

Il professore di Filosofia una volta ci chiese se credevamo nell'anima. Tutti a parte un paio risposero affermativamente. La cosa mi lasciò alquanto sorpreso, anche se a pensarci bene non è poi così strano, sopratutto se si considera l'educazione di un italiano medio. La domanda che seguì fu: "se l'anima esiste, secondo voi è un qualcosa di fisico o di immateriale?". A questa tutti risposero in coro: "Immateriale!" . "-BRAVI!- Applausi! Siete in grado di ripetere a pappagallo le stronzate del catechismo, complimentoni!" -n.b.: come alcuni acuti osservatori avranno immaginato, questo non lo ha detto il prof. ma è quello che avrei voluto sentirgli dire-

La questione dell'esistenza di fenomeni immateriali è stata molto discussa in filosofia e non è per nulla facile. La domanda chiave è: se esistessero anima, fantasmi, forze metafisiche, come si potrebbe spiegare la loro interazione con il mondo fisico? [Vedi anche il mondo delle idee di Aristotele e compagnia bella] Il fatto è che dal momento in cui queste interagirebbero con il mondo fisico, entrerebbero a farne parte e non sarebbero quindi più classificabili come meta-fisiche.
Questa osservazione non vuole negare l'esistenza di un mondo parallelo a quello fisico, vuole semplicemente negare la possibilità di una interazione di questo con il mondo reale. -Hai un anima? Come fa questa a influenzarti? Se è su un piano non fisico e non conoscibile, se non sottostà alle leggi della fisica, come pretendi di affermare che è l'anima a condizionare le tue scelte? Come farebbe a condizionare il tuo cervello, che si spera sia un organo fisico?
Al mondo a volte avvengono fenomeni inspiegabili. E' facile in questi casi appellarsi agli spiriti e al divino. D'altro canto è così che sono nate le religioni, lo spiritismo. Sarebbe a parer mio più corretto dire che il fenomeno non è spiegabile con i mezzi attualmente a disposizione, non inspiegabile in assoluto. Anche assumendo che a causarlo sia stata una forza metafisica, essendo il fenomeno avvenuto nel mondo materiale, deve aver avuto delle cause materiali. La forza metafisica dovrebbe quindi essersi materializzata, perdendo la sua qualità di immaterialità e divenendo un fenomeno fisico e dunque teoricamente spiegabile dalla fisica. Dire teoricamente non esclude l'inspiegabilità di alcuni fenomeni, ma questo non va interpretato come una affermazione a favore dell'esistenza del metafisico. Il fatto che possano esistere avvenimenti che non si spiegano con le attuali leggi della fisica, non significa che i fenomeni considerati siano da considerare metafisici, significa solo che le leggi della fisica attuali non sono del tutto complete ma magari persino errate.
Il concetto chiave è che se qualcosa avviene nel mondo fisico, significa che ne fa parte e che è regolato dalle leggi che governano il mondo fisico. Che queste siano conosciute o meno, non importa. Non cadiamo nell'errore di mistificare, pensiamo piuttosto a quanto siamo ignoranti.
Se per anima intendiamo processi cerebrali, allora anima sia.
A questo discorso si possono di sicuro fare obiezioni; magari non è con il raziocinio che si spiega tutto, anche se mi piace pensare che sia possibile.