martedì, ottobre 16, 2007

nuvo blog:

giovedì, maggio 31, 2007

"Io Ooodio le Poste"

La vita sorprende, basta non essere un impiegato delle poste. Ti rendi improvvisamente conto che potrebbe rimanertene poca, che le persone a cui tieni sono le vecchie conoscienze, che non hai le energie da investire in nuovi rapporti che si preannunciano falimentari. Forse qua sbagli, ma non te ne guardi e vai avanti per la tua strada. Dritto, dritto verso la fossa.
L'altro giorno pensavo veramente di stare per morire, e la cosa che mi ha più colpito è stata la serenità del momento. Nessun grosso rimpianto, niente di importante lasciato in sospeso. Peccato non aver colto l'occasione fino in fondo! Chissà se ricapita.
"Carpe diem", diceva Euggenio er macellaro. "Sticazzi", dioco io.
Non è mica facile, signori, per niente.

domenica, maggio 20, 2007

Spiegazioni

E' sconcertante.

A troppi anni non ci ho capito ancora un cazzo.

E' un bene che internet dia spazio a qualsivoglia pirla di potersi esprimere; mi sta dando una piccola motivazione in più per svegliarmi domani.

Il fatto è che vedo la gente, la vedo interagire e atteggiarsi. La vedo come vedrei un documentario. Un documentario sui gibboni.

I gibboni sono in gran parte palestrati. Fumano perchè hanno preso il vizio da giovani. Si vestono di nuovo, si tirano. Fanno i simpatici, gli amiconi. Appena ti giri ti danno una mazzata in testa che non ti riprendi più. Magari ti ciulano pure la donna.

Il fatto è che questi poveri gibboni vogliono solo una cosa. Hanno perso tutto il resto. Lasciamogli l'ultimo appiglio al loro essere animali! Essere vivi. Essere palestrati.

Lasciamogli l'ultimo senso, il più primordiale; il più radicato.

Li vedo, in gabbia. Li giudico, e mentre lo faccio mi rendo conto che sto facendo una gran cazzata.

Non sono diverso, non stanno sbagliando. Probabilmente sono i più sani di tutti. Hanno capito che l'unica cosa che conta, che ci fa ancora sentire un po' vivi, è quella. La terra, il sangue, i sassi. Nulla più.

Dopo la caduta degli Dei, resta la Bruna Terra.
E ci si rende conto, che gli Dei ne erano solo pallidi riflessi.

venerdì, maggio 04, 2007

Delle volte...

...vorrei essere leone, per sbranare la gente. O almeno per tenerla a debita distanza.

Ecco a voi il mio quadro preferito in assoluto:


Prima di scoprirmi troppo, torno paguro. Smack!

martedì, maggio 01, 2007

Vitamina C

Il caro e. p. f. mi ha fatto venire voglia di scrivere per spiegare meglio l'ultimo post. Il dramma è che ho preso l'abitudine di scrivere dopo aver bevuto. Vengono così fuori discorsi un po' acidi, anche se a parer mio sono più divertenti.
La generazione che tra pochi anni prenderà in mano le redini del belpaese è alquanto confusa. Dato di fatto è che non ci sono più punti per orientersi. L'unico valore comune è l'egoismo. Cito il regista di "mio fratello è figlio unico", che parlando del suo film ha espresso un concetto che piu o meno faceva cosi: una volta gli ideali erano collettivi. Il comunista come il fascista volevano che la loro idea influenzasse tutti, che TUTTA una classe di persone stesse meglio. Oggi chi è rimasto? Il giovane comunistello vuole veramente cambiare la società? Nel 99% dei casi non ha mai letto un libro di economia e ha solo voglia di farsi le canne.

Qui si inserisce il vero discorso, sintetizzabile con questa frase: Quelle che erano persone stanno diventando sempre più personaggi.
Mi spiego:
Tutti noi abbiamo una facciata, che si puo definire come un personaggio che interpretiamo quando interagiamo con le altre persone. E' utile il personaggio. Serve a non scoprirci troppo, a non essere troppo vulnerabili difronte al prossimo.
Questo personaggio puo esssere di due tipi: puo essere simile al nostro vero carattere, quindi "sincero" o si puo discostare parecchio da quello che siamo, è quindi "artificiale".
Ci sono diverse questioni legate al personaggio. La sua personalità è influenzata dalla perdita di valori, ma sopratutto dalla perdita di certezze, dal precariato degli ideali. Tutti fattori che ci portano ad essere insicuri e che aumentano la creazione di personaggi sintetici. Abbiamo paura di scoprirci. Siamo dei granchi con il terrore di fare la muta per il rischio di essere feriti.
Persa la concezione di appartenenza ad una collettività si perde la voglia di dialogo, non c'è il volere di capire l'altro nè noi stessi. Resta solo la paura di essere feriti e il desiderio di difendersi, magari ferendo noi per primi.
Si arriva così a persone che anche se diventate intime, non avranno mai la forza di gettare la maschera per parlare onestamente. Ufficialmente nessuno ha più paura di morire. Si arriva a persone che esasperano attraverso comportamenti e discorsi la loro facciata sintetica, terrorizzati dal giudizio degli altri che potrebbe privarli delle poche certezze fittizie che si sono creati.
Come esempio si puo prendere il comunistello. Una volta un giovane comunista era informato, appassionato, interessato. Il suo personaggio rispecchiava le intime convinzioni che la persona si era creata. Era VERO. Un giovine oggi che va in giro vestito alternativo e si professa comunista parla per stereotipi. Il suo comunismo non deriva dalla parola "comune". Non sa di cosa sta parlando. Parla per crearsi degli scogli sintetici ai quali si possa aggrappare, dei cartelli stradali artificiali grazie ai quali orientarsi. Purtroppo questi cartelli non indicano la strada giusta, ma è questo il massimo a cui puo aspirare.
Il rischio che si corre è grosso. Si corre il rischio di farsi influenzare eccessivamente dalla propria facciata. Si rischia di compiere scelte anche importanti che in verità non si approvano, solo per dare sostegno al mascherone. A costo di non dare la possibilità di farci giudicare, finiamo per agire contro la nostra natura.
Tutto questo a scapito della propria serenità e di un sano rapporto sociale.

Quanta miseria.

Nota: ho rimpiazzato l'assunzione di vitamina c con la vodka. Una equipe di scienziati russi sostiene che l'effetto benefico sia pressappoco equivalente.

domenica, aprile 22, 2007

Doom

Constato con molto rammarico che nessuno ha commentato la fenomenomabile copertina Di Bill Cosby. Comunque tengo a precisare che il post non è stato scritto solo come scusa per pubblicare quella eccezionale foto.
Siamo soli e coglioni. Profondamente insicuri. Ci rapportiamo nel sociale nascondendoci dietro ad un personaggio che abbiamo creato. E' tale la paura che il nostro personaggio venga attaccato, che basiamo le nostre scelte su di lui. Lo rafforziamo comportandoci come vogliamo che si comporti il nostro alter ego sociale.
Bisogna fare ATTENZIONE signori! Non lasciamo decidere della nostra vita la nostra personale macchietta. Non lasciamo che la nostra insicurezza, il nostro voler essere accettati siano determinanti nelle scelte importanti della nostra vita.
Sono parole vane... probabilmente lo faremo comunque, se va bene magari consapevolmente. Poveri piccoli e paurosi esseri, schiacciati da una informe massa di sociale fuori controllo.

Giusto per sdrammatizzare. Che non si pensi che cerco di scrivere cose serie, non sia mai.

sabato, aprile 14, 2007

Hmmm...

Mi do 4 mesi, dopodichè mi rinchiuderò in un castello alto, alto. Sopra alle nuvole. Munito di un fucile e gavettoni di diserbante. Pronto ad esprimere tutta la mia sociopatia latente ai massimi livelli. Povero principe azzurro, dovrai fare a meno della tua raperonzolo questa volta! Il mondo non è sempre come lo vorresti. Renditenecontoepagaunabistecca,stronzo!

Questo dopo una serata di facezie e leggeri torpiloqui...

lunedì, marzo 05, 2007

Pronti?? Partenza...VIA!!!

Sono pronto. Sarò un bravo consumatore, come tutti voi. Molti partono pensando di non finirci, nel tunnel. Il problema è che non te ne accorgi nemmeno che ci stai entrando. Anzi, ci sei nato dentro.
Non sgarrerò. Un cellulare nuovo all'anno, la domenica gita al Mac con la famiglia e poi tutti a fare shopping. La tv al plasma, alta definizione. Quella mi manca cazzo! Non sto aspettando altro che il primo stipendio per prendermene 2: una per il soggiorno e una per la cucina. Non vorrete mica che faccio a meno di studio aperto all'ora di pranzo, vero? Nessuno potrebbe essere tanto malvagio. Se avrò abbastanza soldi me ne metterò una pure in cesso.
Mi farò il culo sul posto di lavoro. Per garantire a mio figlio i jeans nuovi. Quelli tutti strappati, con le macchiacce sopra. Quelli da 150 euro. Quelli che lo faranno sentire migliore dei suoi compagniucci di scuola. Quelli che non lo faranno diventare un complessato. Quelli che lo indirizzeranno sulla retta via. Insomma, proprio quelli li! Quelli indispensabili.
Forse non dovrei essere così caustico, in fondo non bisogna dimenticare che possiamo sempre scegliere. Come la vuoi la nuova Golf? Rossa? Blu? Metallizzata, con le luci delle freccie sugli specchietti retrovisori? E il telefono? Tu sei speciale, per te ne abbiamo fatto uno totalmente diverso dagli altri: fa le foto molto più belle di quelle del tuo vicino di casa. Ma non serviva a telefonare? Ma va' là, figurati! Cosa hai poi di tanto importante da dire? Che ti sei fatto le mesh all'ultima moda per distinguerti dalla massa?
Sarebbe coerente se ci si comprasse l'ultimo modello di telefono solo per poter avvisare tutti del proprio acquisto. Questo avrebbe senso. Si assolverebbe a pieno al vero scopo dell'oggetto.
L'unica cosa che potrebbe ancora trattenermi sarebbe la galera. Spero che lo stato non commetta l'errore di ficcarmici, perderebbe un ottimo pecorone da lana. Un bravo, diligente consumatore che fa girare l'economia. Consapevole della sua libertà di scelta e del dovere di praticarla.

"La verità è che sono cattivo, ma questo cambierà, io cambierò, è l'ultima volta che faccio cose come questa, metto la testa apposto vado avanti rigo dritto, scelgo la vita. Già adesso non vedo l'ora, diventerò esattamente come voi: il lavoro, la famiglia, il maxitelevisore del cazzo, la lavatrice, la macchina, il cd e l'apriscatole elettrico, buona salute, colesterolo basso, polizza vita, mutuo, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d'ufficio, bravo a golf, l'auto lavata, tanti maglioni, natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui morirai."
(Trainspotting)

venerdì, febbraio 23, 2007

Un giorno...

...qualcuno mi spiegherà.
Nel caso ciò non dovesse succedere, voglio indietro i soldi.

Non mi viene in mente di meglio

Dittatura è il termine con cui si indica una forma autoritaria di governo in cui il potere è accentrato in un solo organo - se non addirittura nelle mani del solo dittatore, e tende a controllare ogni aspetto della società.

Si puo parlare di dittatura del capitalismo? Si puo negare forse che il capitale controlla ogni aspetto della società? A pensarci tutto cio che ci viene proposto: il lavoro, l'intrattenimento, i beni più comuni, tutto ha come fine l'accumulo del capitale. Le trasmissioni in tv vengono prodotte per fare ascolti e quindi soldi, le penne che troviamo dal cartolaio hanno forme ergonomiche e accattivanti per essere vendute meglio, non perchè scrivano bene, ecc. ecc... che palle 'sti discorsi...

Dittatura è sinonimo di potere; quindi capiale è sinonimo di potere.
La vita nel capitalismo ha il fine di accumulare potere.

L'origine della ricerca di potere è riconducibile alla stessa natura umana? Alla competizione sessuale? La natura dell'uomo è forse profondamente capitalista/dittatoriale? Piero Angela saprebbe giustificare questo sistema?


Probabilmente non lo voglio sapere.

martedì, dicembre 19, 2006

Cavallette

Porca miseria, sto fumando in camera e ho il terrore di aprire la finestra. Fuori mi aspetta una cavalletta delle dimensioni di Godzilla cha mi fissa e presumo mi voglia divorare al più presto. Fidarsi è bene non fidarsi...
Meglio morire affumicati.
Ultimamente ascolto musica che avrei dovuto ascoltare a sedici anni e devo ammettere che non mi dispiace. Mi rendo conto della sua infamia ma chebbuofa'.
L' ultimo post che ho scritto dopo aver bevuto un goccio di troppo è stato molto apprezzato da Evenjin. Devo dire che apprezzo la cosa. Scrivo cose che lui pensa, dice. La cosa un po' mi preoccupa ma in vero mi fa piacere. [scherzo!]
Comunque non sono diventato più cattivo nè meno comatoso. Devo lavorarci ancora un po' su. Il fatto è che mi dimentico sempre i propositi presi. Mi servirebbe qualcuno a tenermeli sempre a mente.
Adesso ho dovuto aprire la finestra. Dopo 2 sigarette gli occhi iniziano a lacrimare. Se domani mi ritrovano morto sapete che la colpa è della cavalletta. [Insettiinfamidovrebberosterminarvitutti!]
Sto leggendo "io robot". Avevo gia letto parecchio di Asimov. Non so voi che leggete (2 gatti presumo), ma la fantasciena degli anni sessanta la trovo adorabile. Queste descrizioni del futuro scritte quando il mondo era ancora abbastanza sano sono semplicemente graziose. Questa visione ingenua e pura di una società ancora sana di mente, questa idea della macchina buona che aiuta l'uomo, l'utopia di un mondo facilitato dalla tecnologia... A pagina 30 mi sono quasi commosso.
La cavalletta intanto si sta affacciando e valuta la comodità di passare la notte piazzata sul comodino. Fossi senza cuore la disintegrerei a ciabattate, ma pirla come sono faccio perfino succhiare il mio sangue alle zanzare senza torcergli un capello. Probabilmente finirò in paradiso. Il paradiso dei pirla.
Vabbe', ora andrò al letto che domani c'è la sveglia presto. A presto, popolo di navigatori!

domenica, dicembre 17, 2006

Natale è sempre Natale

In paese si sono accorti che è quasi natale. Si assiste così alla vendita di orridi maglioni da montanaro e inutili cianfrusaglie con stelline e pallini attaccati. La cosa più atroce è però un vecchio vestito da babbo natale, con la barba scollata, ricoperto di campanellini e led luminosi. I led, con le doverose fibre ottiche attaccate lo fanno sembrare un misto tra creatura aliena e un pazzo psicotico. Brr...
Mi è tornato così alla mente un episodio di una quindicina di anni fa, che si potrebbe bene chiamare "la morte dello spirito natalizio".
Era natale e in piazza c'era un babbo natale, questo per fortuna senza led, con una carrozza e due cavalli. Io e mia cugina, incantati dalla prospettiva, andiamo a chiedere ai nosti genitori di farci fare un giro. Chissà, magari ci portava fino in lapponia a vedere la sua fabbrica di giocattoli!
Montiamo e con grande sorpresa notiamo che babbo natale ha uno spiccato accento veneto, con leggera cadenza boara ed emana un fetore nauseabondo tipico dei giostrai consumati. La carrozza parte, esce dalla piazza, entra nel viale alberato che è dietro e si ferma. A quel punto il nostro caro babbo ci fa:"aspettate un momento qua bambini!" -che bello! chissà, andrà a prendere dei balocchi o magari delle caramelle!-pensavamo noi.
Scende, fa 10 metri, arriva a un muro, si apre la patta e inizia a pisciare. Finita la funzione torna e ci riporta indietro, facendoci poi scendere con le sue lercie manacce.
Quel giorno ho scoperto che babbo natale è originario della campagna veneta, ha una bassa cura per l'igiene personale e probabilmente ha problemi alla prostata. Voi però non ditelo in giro, si è raccomandato di mantenere il segreto!

venerdì, dicembre 15, 2006

Note:

1.-Il kebab mi ha sfiancato, anche se sto sviluppando una certa forma di dipendenza. Sospetto sia merito della salsa piccante.

2.-Mi danno fastidio certi scambi di battute preimpostate tra i giovani [con la O aperta]. Del tipo: "ma dove l'hai trovata questa?", "ah, non me ne parlare, è una piaga che non riesco a togliermi.".
Li trovo inutili, di dubbio gusto ma sopratutto noiosi: si sa già la risposta. Evitiamoli!

3.-Mi sta venendo la tipica ansia da "regali di natale che non so quali fare". Finirò per regalare a tutti dei guanti in lattice: igienici, utili e di bella presenza (sopratutto se gonfiati e con una faccina disegnata con l'indelebile).

4.-Sto riscoprendo le vecchie commedie americane degli anni '50. Com'era simpatico James Stewart!

5.-Ho scoperto di odiare chi non gli piacciono le vecchie commedie con James Stewart. In particolare se parla durante la visione del film! (ogni riferimento a persone o fatti esistenti è puramente casuale)

6.-Un etto di cotto, una mozzarella, un litro di latte, una confezione di cumino.

7.-Le palle dopo essere invecchiate si sono definitivamente rese conto della loro inutilità. Il gran consiglio delle mie palle ha così deciso di avviare un processo di apoptosi. Di buono c'è che potrò a breve trovare lavoro ben retribuito in un harem.

8.-Nei miei post non ci sono messaggi subliminali di alcun tipo.

VOTAUDCBEVICOCACOLAUCCIDIILPAPACOMPRAUNAMACCHINAAUDIPREGANOSTROSIGNOREEDAMMITUTTIITUOISOLDI

giovedì, dicembre 07, 2006

Il fumo invecchia le palle

Quanti talenti sprecati vedo in questo periodo. Compreso il mio. Quanta tristezza che mi fa vederci vinti. Non cogliamo il momento, non siamo lucidi al momento giusto, non capiamo quello che forse delle volte dovremmo capire. Quanto mi fa incazzare!
Il blog è rimasto in coma per un po', spero questo post ne segni la rinascita.
La vita è bella.
Nei film.
Forse in qualche telenovela. Oggi ne ho visto uno spezzone con una tizia che si svegliava dal coma con i capelli cotonati. Sarebbe bello svegliarsi da un coma con i capelli cotonati.
Sempre di più mi rendo conto che stiamo invecchiando ogni secondo che passa, eppure spesso non trovo di meglio da fare che giocere al pc. Che tristezza. Convinti di essere immortali ci trasciniamo senza sfruttare il momento. Passiamo il tempo in beghe inutili, a piangerci addosso, a trastullarci con stronzate.
A volte viviamo dei risvegli. Ci sono dei giorni che dici: "caspita, oggi ero vivo!". Peccato non siano di più.
Sto valutando seriamente di darmi alla falegnameria. Almeno quella qualche soddisfazione te la da. Fai la tua cazzo di sedia e sei soddisfatto. Sembra poco ma la vita è fatta di piccole cose. Non si pensi che il Colombo di turno sia stato tanto più realizzato a scoprire l'America o l'assassino di turno (che poi è sempre lo stesso attore e non capisco perchè Falk non se ne sia ancora accorto. sarà locchio di vetro...).
Penso diventerò più cattivo. In un mondo di lupi conviene mangiare piuttosto che essere mangiati. Tristissimo ma vero. Si, forse conviene diventare cattivi, meno rispettosi, disillusionati e stronzi. Ce la farò? Non penso ma tentar non nuoce. La mia ottica tanto è di mutare costantemete, a volte di più, a volte di meno, ma costantemente. Se ricambio idea posso sempre tornare una simpatica pecorella da cashmere.
Invidio i vecchi, quelli di paese, con il loro ideale di famiglia patriarcale, Dio e lo Madonne, vino rosso e tromba di culo, sanità di corpo. Poche incertezze, pochi biasimi, tanti bei ricordi. Di quando il padre gli regalò la falce, di quando baciarono la Rosi sotto il pergolato dello zio, con le scrofe in sottofondo che cantavano l'inno alla gioia. Adesso è tutto così offuscato.
Non do tutti i torti ai massimalisti auspicanti una guerra. Almeno avrei da fare di meglio che scrivere stronzate per gente che non capisce cosa sto dicendo perchè non riesco ad esprimermi. Mi lancerei ad ammazzare qualche cinese per poi ritirarmi con i traumi accumulati e un testicolo in meno in una casa di cura. Non sarà il massimo forse, ma almeno è abbastanza chiaro.
Ho riiniziato a fumare. Di brutto. Il fumo invecchia le palle. Chemmifrega? Tanto non le uso.
Come sa essere bislacca e crudele la gente.
Dovrei seguire il consiglio di Santana, sempre che le palle non siano invecchiate troppo. Sto iniziando a pensare di esserci nato con le palle vecchie. In questo caso però almeno sarei immune al fumo. "E invece..." [come disse un grande saggio della fregna]
Cortesia porta a rancore. Meglio essere stronzi per essere amati. Triste ma vero. [grande Nietzsche! anche se la parte con gli stronzi non è sua] Vedi Hitler come lo amavano...
Domani andrò al BRICO a procurarmi degli assi per la mia sedia. Se non mi darà soddisfazioni nemmeno quella non mi resterà che fumare fino alla morte.
Saluti a tutti, amici sponsorizzati dalla vostra anima telematica! Che la forza sia con voi.

giovedì, novembre 09, 2006

citazione:

in America non ci sono sinistra e destra
c'è solo destra ed estrema destra

martedì, novembre 07, 2006

Mal di schiena

Maremma come è scritto male l'ultimo post... vabbe', ho la scusante che sono straniero.

Vorrei scrivere un pensiero a parer mio simpatico, che ho fatto tempo fa leggendo un brano che trattava di epistemologia.
Siamo soggetti indipendenti dal mondo? E' possibile pensare a un uomo fuori dal contesto che lo circonda?
Per rispondere mi sono immaginato un cervello alimentato e tenuto in vita, completamente isolato da stimoli nervosi esterni. Si svilupperebbe? Potrebbe sviluppare una coscienza? Il buonsenso mi dice di no, molto probabilmente anche la scienza, dovrei informarmi meglio ma in linea di massima penso di essere nel giusto.
Se dunque ammettiamo che ci sviluppiamo e cresciamo come individui grazie sopratutto agli stimoli che ci arrivano dai nostri organi di senso e poi interagiscono con il nostro bel cervellone, è possibile immaginarci come organismi isolati? Si puo pensare a un uomo, senza pensare al mondo che lo circonda? Se fosse possibile isolare del tutto la macchina che ci determina come soggetti, il nosto cervello, con massima probabilità questo non sarebbe in grado di pensare. La riflessione che ne deriva mi ha portato a pensare all'uomo non come parte isolata, ma come parte in continuità con il mondo, come un organo parte di un organismo costituito dal mondo esterno che gli fornisce gli input necessari per vivere e ne subisce l'influenza.
L'immagine è quella di un albero, dove il corpo umano è il tronco e rami e radici sono gli scambi che avvengono con cio che ci circonda. Uomo visto come in continuità con la terra. Continuità non solo fisica, dovuta alla necessità di cibarci, bere, respirare ecc., ma sopratutto di natura psichica: i pensieri che facciamo, visti come il prodotto di stimoli arrivati dal mondo che ci circonda. Alle volte questa continuità si prova molto fisicamente quando si fuma o si prendono sostanze allucinogene, ma penso ci si possa arrivare bene anche meditando.
Secondo questa visione risulta difficile estraniarci da ciò che abbiamo vissuto e che ci circonda. Inutile negare che la nostra etica personale è almeno in parte segnata da principi cristiani e altri propri della società in cui viviamo. Fanno in una certa misura parte di noi, ci siamo confrontati con essi e ne siamo stati segnati; anche se magari siamo giunti a credere nel valore opposto a quello che ci è stato proposto. In minima parte ci ha segnato tutto ciò che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo. Oserei dire che in parte siamo ciò che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo.
Questa visione mi risulta confortante, sopratutto per un pensiero ateo. Si avvicina probabilmente a una visione buddhista: uomo come parte del tutto. Potrebbe essere una valida motivoazione per non sentirsi soli.
Più ci penso e più mi piace...

Turrbometafisica

Il professore di Filosofia una volta ci chiese se credevamo nell'anima. Tutti a parte un paio risposero affermativamente. La cosa mi lasciò alquanto sorpreso, anche se a pensarci bene non è poi così strano, sopratutto se si considera l'educazione di un italiano medio. La domanda che seguì fu: "se l'anima esiste, secondo voi è un qualcosa di fisico o di immateriale?". A questa tutti risposero in coro: "Immateriale!" . "-BRAVI!- Applausi! Siete in grado di ripetere a pappagallo le stronzate del catechismo, complimentoni!" -n.b.: come alcuni acuti osservatori avranno immaginato, questo non lo ha detto il prof. ma è quello che avrei voluto sentirgli dire-

La questione dell'esistenza di fenomeni immateriali è stata molto discussa in filosofia e non è per nulla facile. La domanda chiave è: se esistessero anima, fantasmi, forze metafisiche, come si potrebbe spiegare la loro interazione con il mondo fisico? [Vedi anche il mondo delle idee di Aristotele e compagnia bella] Il fatto è che dal momento in cui queste interagirebbero con il mondo fisico, entrerebbero a farne parte e non sarebbero quindi più classificabili come meta-fisiche.
Questa osservazione non vuole negare l'esistenza di un mondo parallelo a quello fisico, vuole semplicemente negare la possibilità di una interazione di questo con il mondo reale. -Hai un anima? Come fa questa a influenzarti? Se è su un piano non fisico e non conoscibile, se non sottostà alle leggi della fisica, come pretendi di affermare che è l'anima a condizionare le tue scelte? Come farebbe a condizionare il tuo cervello, che si spera sia un organo fisico?
Al mondo a volte avvengono fenomeni inspiegabili. E' facile in questi casi appellarsi agli spiriti e al divino. D'altro canto è così che sono nate le religioni, lo spiritismo. Sarebbe a parer mio più corretto dire che il fenomeno non è spiegabile con i mezzi attualmente a disposizione, non inspiegabile in assoluto. Anche assumendo che a causarlo sia stata una forza metafisica, essendo il fenomeno avvenuto nel mondo materiale, deve aver avuto delle cause materiali. La forza metafisica dovrebbe quindi essersi materializzata, perdendo la sua qualità di immaterialità e divenendo un fenomeno fisico e dunque teoricamente spiegabile dalla fisica. Dire teoricamente non esclude l'inspiegabilità di alcuni fenomeni, ma questo non va interpretato come una affermazione a favore dell'esistenza del metafisico. Il fatto che possano esistere avvenimenti che non si spiegano con le attuali leggi della fisica, non significa che i fenomeni considerati siano da considerare metafisici, significa solo che le leggi della fisica attuali non sono del tutto complete ma magari persino errate.
Il concetto chiave è che se qualcosa avviene nel mondo fisico, significa che ne fa parte e che è regolato dalle leggi che governano il mondo fisico. Che queste siano conosciute o meno, non importa. Non cadiamo nell'errore di mistificare, pensiamo piuttosto a quanto siamo ignoranti.
Se per anima intendiamo processi cerebrali, allora anima sia.
A questo discorso si possono di sicuro fare obiezioni; magari non è con il raziocinio che si spiega tutto, anche se mi piace pensare che sia possibile.

giovedì, ottobre 26, 2006

Brodo

Dovrei studiare, ma ho il minimo di onestà che basta per rendermi conto che sto perdendo tempo perchè non riesco a concentrarmi. Tantovale scrivere un po'.
Da quando sono riiniziati i corsi mi rendo conto che mi si sta imputtanando nuovamente la capa. Trovo terribile la mancanza di quiete, l'agitazione interna causata dai mille input che ci circondano ogni istante. Seguire i corsi, fermarmi a parlare con gente che conosco (per fortuna pochi), correre in mensa, tentare di studiare ossa pallosissime (beati gli omini della lego...), fare pausa caffè, parlare nuovamente di cagate che non hanno capo nè coda giusto per non starsene zitti, arrivare a casa di corsa... la degna conclusione è piazzarsi davanti a una stupida trasmissione tv. L'oblio, ricordiamoci, ci porta a ricercarne ancora. E' come una droga: se durante la giornata siamo abituati a essere sommersi da input, durante il tempo libero cercheremo attività che ci forniscano altrettanti input. E' un circolo vizioso.
Probabilmente la società si nutre proprio di questo circolo vizioso. Ci abitua a ritmi alienanti a base di lavori con tempi frenetici e svaghi altrettanto frenetici.
Mi sto rincoglionendo. E' passata da un bel po' la pace di Agosto in cui avevo tempo di pensare, è giunto il tempo di agire, parlare, correre. Una nuova stagione di stress e cazzate.

Perchè c'è sempre il bisogno di parlare?... Non si puo stare seduti e zitti se non si ha una cippa da dire? Naa... non sarebbe carino, vero? Peccato! Succede spesso di avere la testa vuota di argomenti interessanti, non perchè non ci siano, magari non vengono in mente o magari non è giornata; in quei casi sarebbe bello potersene stare zitti, invece di solito viene fuori sempre qualche cagata.
Se si è fortunati muore, con un po' di imbarazzo generale. Nel caso peggiore si inizia a discuterne, usandola come appiglio per risolvere la propria mancanza di argomenti. Da queste situazioni nascono discorsi terribili. Vere e proprie aberrazioni dialettiche che sembrano avere vita propria, nutrendosi di stronzate e diventando sempre più grosse. Pogiandosi su dogmi e luoghi comuni riescono a scalare montagne di nulla. Terrificanti.

Il dilemma è che l'irrequietudine mi influenza fortemente la concentrazione, in qualsiasi attività...Che seccatura che sono, sempre a lamentarmi.
Fatto strano è che mi sembra di essere l'unico a rendersene conto. Probabilmente dipende dal fatto che vivendo il momento, uno non riesca ad accorgersi del cambiamento del proprio atteggiamento e di quello altrui. Come le rane, che se le metti in una bacinella di acqua fredda posta sul fuoco riesci a farle bollire senza che se ne accorgano. NON FATELO-NON È UNA BELLA COSA anche se sarebbe un modo carino per suicidarsi se funzionasse anche per gli uomini...al calduccio...poi dopo una mezzoretta, prima di schiattare puoi berti pure un po' di brodo appena fatto. Non male. Basterebbe ricordarsi di aggiungere delle verdure all'acqua e un po' di sale.
Brodo umano. hmm...

Beh, ho passato abbastanza tempo in questa auletta di informatica con il condizionatore acceso a fine ottobre.
Come avrete notato la storia del rincoglionimento è verosimile. Mi è venuta voglia di brodo... quasi quasi dopo passo al supermercato e prendo un po' di granulare star aroma negro.

venerdì, ottobre 20, 2006

Aggiornamento dell'ultima ora

Beeneee! E' venerdì sera e sono depresso da circa un mese e mezzo. Mi sono appena reso conto di aver fatto svariate cazzate nelle ultime settimane e sono difronte a un dilemma filosofico di non indifferente mole, oltre ai problemi più terra-terra che affliggono il quotidiano. Situazione non rosea, sopratutto in prospettiva di una tediosa serata clone di molti altri venerdì sera, ma forse è meglio così, le novità potrebbero scombussolarmi il metabolismo, chissà!
Non si potrebbe una sera andare in montagna, thermos di vin brulè, sacco a pelo e sdraiarsi a guardare le stelle???? A mio avviso sarebbe carino, io la butto là.
Per chi non avesse letto gli ultimi commenti-i due ultimi post sono deliri di un ubriaco, non prendeteli sul serio. So che scrivendo certe cose l'altissimo livello di contenuti del blog rischia di decadere, ma non mi pare carino cancellarli, in fin dei conti sono pensieri pure quelli-imperscrutabili pure per me a posteriori, ma chissà, magari un giorno capirò cosa volevo dire. (mooolto improbabile).
La vignetta rimane comunque carina.
Sto lavorando al postone, ma mi si stanno aprendo voragini che devo prima colmare con un paio di libri, con il fine di non scrivere troppe stronzate; ci tengo.
Che altro aggiungere? Non mi vengono in mente argomenti ancora meno interessanti. Potrei parlarvi della mia vita intestinale, sarebbe sicuramente più vivace di quella sociale, ma mi rendo conto che non è il caso. Troppi batteri.
E con questa stupenda massima mi congedo_

domenica, ottobre 15, 2006

Scafo

E tutto il mondo fuori...
Come siamo terra-terra sotto sotto... facciamo quasi schifo. Anzinò, schifo non ha troppo senso, piuttosto scafo.
Scafo ci sta, cazzo! ("Sei molto scafo oggi!"-"Grazie, altrettanto!").._::_;[punti, duepunti, puntevvirgola].
Azzo... buona notte disadattati dello scafo. [()stop_]

666

Probabilmente questa è troppo... chi vuole la colga, gli altri si fottano.
Quanto sono arroganzio.
:-) ---> in vero odio questi smile, chebbuòfà, èddimoda.................
666

lunedì, ottobre 02, 2006

Volgarità

Dopo le stronzate dell'ultimo blog una chicca: la definizione che ha dato Enrico Vaime della volgarità durante un intervista di Fazio.
"La volgarità è la consapevolezza di essere nel giusto, non dubitare mai, della propria eleganza ad esempio. Il non dubbio ti porta alla volgarità, che puo essere essere esteriore ma sopratutto interiore."
Piuttosto azzeccata direi.
Per il post sulla felicità, molto atteso, dovrete pazientare un po'. Non sono abbastanza in forma (che eufemismo!), penso che passerò i prossimi giorni a piangermi addosso e autocommiserarmi per mia inettitudine nell'esprimere pensieri e sentimenti. Appena mi passa mi metterò al lavoro.
Saluti a tutti voi commensali.

venerdì, settembre 29, 2006

cronaca nera di paese

settimana nera, moolto nera. Sono in piazza, mi prendo un campari allungato prosecco. Siedo difronte alla fontana. Che porcata di fontana.
Domani stesso copione? Spero invano di no. E' pieno di gente. Misento come un bruco trascinato a forza in un formicaio per essere mangiato mentre si piange addosso. E' la vita caro, non ci puoi fare nulla. Fai quello che devi fare, possibilmente senza rompere le palle.
Passano le persone e trattengo il respiro, mi schifa il puzzo che alcuni si tirano dietro e non voglio farmi sorprendere. In guardia, ne passano altri. La massa sta formando una cappa di nebbia: nebbia mediocre, nebbia autunnale, siamo in stagione. Passano parti per il tutto, metafore ambulanti.
Guardo e provo invidia, sono contenti, se la ridono. Sereni come potrebbe esserlo un mulo forse, ma sereni. Almeno in apparenza.
Bambini. Che gioia devono dare: uno scopo, un fine chiaro, il meglio che si possa chiedere. Quando si muore si è soli, ma con dei figli questo è vero solo in parte. Riescono a fornire forse l'unico legame che non si puo spezzare mai. Sangue. In un modo o nell'altro un figlio ti vuole sempre bene. Gli amori passano, il sangue resta. Dimenticavo che la pratica necessita il fare sesso... diamine, queste formalità! Ha ragione mio padre, è la burocrazia a rovinare il mondo. Sono contenti di correre dietro alle loro bestiole, attenti che non tocchino lo sporco. Un bambino mangia circa due chili di sporco l'anno, e il bello è che gli fa bene. Si fa anticorpi. -Mangia lo schifo, che fa bene!-
La nebbia si fa fitta, troppo fitta, non prendo fiato. L'unica scappatoia è guarare in alto. Il cielo, con le prime stelle che si fanno vedere. Sfottono. Se ne fregano dei problemi che ti fai, uomo occidentale. Siamo incentrati su noi stessi e non ci rendiamo troppo conto che se facciamo qualche stronzata quelle continuano a splendere. Il mondo continua a girare, se ne frega. Dovremmo fregarcene un po' di più pure noi. Quanta arroganza, piccolo uomo occidentale.
Finisco di alzare il naso per tirare qualche boccata d'aria, finisco lo spritz e vado a fare refill. Aspettando che la pratica si concluda vado in bagno. C'è un poster del Che sulla strada. Entro in bagno e lo incontro. Siamo in una capanna in mezzo alla foresta, c'è afa, il sole è basso, siamo circondati da babù e c'è odore di sigaro. E' sdraiato su un amaca, bell'uomo sotto i trenta. "Come andiamo?" gli chiedo. "beh..." - "Fai medicina pure te, eh?" - non mi degna di risposta, guistamente. Sorride. "Beh, è stato un piacere, ti stimo, sai?". Silenzio. Erano tempi vivaci i suoi. Rivoluzioni, ideali, oggi c'è solo sienzio. Siamo diventati muti.
La pratica è conclusa, prendo il bicchiere, torno al posto. Lo conosco nelle più intime curve quel bicchiere. Sempre lo stesso spirito tentatore. Infame rimedio.
Chopin tiene compagnia e fa abbassare un po' la nebbia. E' sempre disponibile, basta premere un bottone. Abbiamo la possibilità di accompagnare Chopin a un panino da Mac Donalds, a un viaggio in metropolitana, a una passeggiata per la città. Bello? Terribile? Sicuramente paradossale.
Focalizzo su una coppietta, adorabili. Come li odio.
Giorni fa devo averti sognata, non ricordo il sogno ma mi sono svegliato felice. Si, sono sicuro di averti sognata. Sono bastate due ore di realtà per farmelo dimenticare. E' stato breve ma intenso. Ne è valsa la pena, pur considerando l'amarezza che è susseguita.
I sessantottini, hanno visto appassire le speranze e gli ideali in cui credevano, ma non credo rimpiangano di aver vissuto la speranza, anche se solo per un momento.
Ecco che alla sinistra si materializza la compagnia della serata. Si preannuncia contatto sociale, bisogna impegarsi. Sono negato ma mi do un gran dafare. Ingrano e via, birrino, tramezzo e chiacchere già fatte molte volte. Sono allenato. Si preannuncia una gran serata.

giovedì, settembre 14, 2006

Post fasullo

Questo post è in vero la risposta all'ultimo commento di e. p. f.; lo spaccio per un post a sè per aggiornare un po' questa pagina che sennò fa la muffa.
Non dico sia colpa di menefreghismo voluto, è involontario e quindi non se ne puo fare più di tanto una colpa. Un credente(vero) che va i chiesa non lo fa con cattiveria, ci crede ed è coerente, è ignorante, magari avrebbe bisogno di aiuto.
All'obiezione che le regole siano tanto complesse da superare la capacità intellettuale della maggior parte delle persone...naah! Le regole sociali sono molte ma si riconducono tutte ad una sola cosa: il capitale e il suo accrescimento. Il fatto è che questa semplice regoletta non viene comunicata da nessuno, nè scuole nè media: è una questione di informazione, non di capacità intellettuali.
Semplificando al massimo il tutto farei una metafora di questo tipo: una macchina industriale ha dei meccanismi che funzionano in un certo modo ma puo produrre svariate cose. Se si considera la società come la macchina industriale, si potrebbe dire che i singoli ne sono gli ingranaggi che funzionano sempre in un certo modo e il capitalismo è l'operatore che decide cosa verrà prodotto dall'insieme degli ingranaggi.
Il modo in cui i soggetti singoli funzionano si puo derivare dall'istinto animale: mantenimento di sè e procreazione. Non dico che agiamo come animali, ma le meccaniche penso siano le stesse, anche se portate in un contesto sociale in cui siamo influenzati da una miriade di fattori diversi.
Penso si possa dire che tutte le azioni che facciamo sono riconducibili, anche se in modo distorto al sentimento che fa sopravvivere gli animali: l'egoismo. Sembra azzardato, dato che vediamo fare anche molti gesti di amore ed altruismo. Se si analizza però profondamente un'azione altruistica fatta da una persona, ci si rende conto che è stata fatta perchè l'attore se ne sente gratificato, o comunque perchè segue le regole a cui sottostà e non puo farne a meno. L'altuismo si rivela quindi una forma di egoismo mascerato.
Considerando un gesto come risultato di altruismo o egoismo, certo il risultato non cambia, ma si fa chiarezza sulla meccanica del gesto stesso.
Chiarito il meccanismo della macchina, manca dire il prodoto che essa portata a produrre. Mi pare palese: soldi, soldi, soldi. Direttamente o meno, siamo sempre lì. Le regole hanno tutte la stessa radice: denaro e potere.
Il dilemma: vogliamo inseguire il potere o la felicità? Che la seconda non derivi dai soldi mi sembra palese. Qui sta l'inghippo!
Si puo cambiare, se ne puo uscire, ma questo è un altro post, devo prima finire di leggere un paiodi libri per affrontare più a fondo la questione.

domenica, settembre 10, 2006

Argh!

Porca miseria, mi sono reso conto che la gente se ne fotte della condizione in cui è. E' vergognoso. Se rispetti le regole di un gioco infame, almeno cerca di capirle! Invece no... La gente segue le regole e non si pone nemmeno il problema di chiedersi di quale gioco siano. Mi viene voglia di augurargli il male, ma mi rendo anche conto che non lo fa apposta. Non puo fare diversamente, è evidente e triste. Viene preso tutto per giusto così com'è, è angosciante.
INFORMIAMOCI E INFORMIAMO IL PIU' POSSIBILE!!! Mettiamo in discussione e discutiamone con il prossimo, da soli non è costruttivo.
come si puo vedere ho avuto qualche problema con la pubblicazione del blog...domani rimedierò. Sto preparando un post impegnato, ma ci vuole un po' di tempo, pazientate.

sabato, settembre 02, 2006

Oioioi

Avete presente quelle giornate in cui non ne va bene mezza? Ecco... Tra due giorni ho un esame importante ma una serie infinita di cose mi sta impedendo di studiare e se tutto va come credo domani sarà pure peggio. Porco il mondo che ci ho sotto i piedi! I giorni prima degli esami sono stressanti... (conferma per il post "Castrati")
A volte mi chiedo chi me lo fa fare e spesso devo pensarci un bel po' per trovare una risposta (quando la trovo). Accipigna, bisognerebbe emigrare tutti in Tibet a meditare, un paio di mesi per tornate chieti, come i due nell'immagine qui sotto (che cari!).
A quando avrò sbrigato queste formalità e mi sarà tornato un po' di senno.


mercoledì, agosto 30, 2006

Castrati, parte seconda.

Ero rimasto con il discorso al punto in cui mi rendo conto che il sistema in cui vivo mi fa del male. Oltre a impedirci di esprimere il nostro volere, mi sono reso conto che ci impedisce di amare (nel senso lato). Il capitalismo si basa sulla competizione, sulla paura, sull'odio. Vedete cosa è successo con il nosto amato 9/11: un massacro(americano-informatevi!) sfruttato per causare dolore e paura, solo per giustificare altro dolore, altro odio, tutto in nome dei soldi.
Questo odio è radicato bene nelle nostre menti, non solo quello verso il "terrorismo"(creato dagli americani-informatevi!) o verso i cattivi musulmani, ma verso i nostri vicini, verso i nostri colleghi di lavoro, verso i nostri familiari. E' su questo che la società si basa: sulla diseguaglianza e la competizione, senza le quali non sarebbero giustificate le basi su cui il nostro sociale si erge. Ci inculcano da sempre che dobbiamo essere i migliori, che l'importante è vincere, che bisogna difendersi aggredendo chi ci attacca. Noi ci crediamo e ci riempiamo di rancore, di cattiveria, di nazismo e stress.
Ci viene trasmesso che siamo diventati immortali, basta accendere la TV e renderci conto di cosa si sta parlando: sciocchezze, inutilità, come se avessimo tutto il tempo del mondo e potessimo sprecarlo dedicandocici. Rendiamoci conto che abbiamo "one shot", un colpo solo da sparare, una vita sola da vivere. Vogliamo dedicarla veramente a Maria de Filippi? Al nuovo shampoo che ha un colore molto più bello di quello vecchio? Non sarebbe invece saggio e molto più umano dedicarci ai nostri affetti, a chi ci sta intorno? Amare ed essere amati? Non combattere contro il resto del mondo perchè lo disprezziamo, perchè siamo i migliori, i più "smart", e poi renderci conto davanti alla morte di come abbiamo vissuto male, rimasti ormai soli perchè gli altri non ci andavano bene? Il risultato dell'odio è che si costruisce, si va avanti, ci si "sviluppa". Siamo sicuri che lo stesso si potrebbe ottenere attraverso l'amore in modo molto più umano?
Il mondo d'oggi è una tremenda malattia.

Resomi conto di questo, che fare? Perchè qualcosa bisogna pur fare, non posso rendermi conto di una cosa e non agire di conseguenza, non avrei la coscienza a posto. Davanti allo specchio la mattina non voglio vedere una persona rassegnata, che vive quello che gli altri(il sistema) vogliono, ma una persona che agisce coerentemente a ciò che ritiene più giusto, che non si vive addosso senza capire cosa sta facendo, che sia consapevole.
Ho individuato varie soluzioni, nessuna ideale ma almeno sono tutte abbastanza coerenti. Ci devo ancora lavorare un po' su, probabilmente ci sono alternative migliori.
Per alcuni aspetti, forse il meglio che si possa fare è abbandonare tutto e vivere indipendenti dai meccanismi sociali. Questo implica il distacco dal lavoro come viene comunemente concepito, dai servizi offerti dalla società e in parte dai soldi(visti come accumulo di capitale). Badiamo bene che non sto parlando di andare sotto i ponti (anche se sarebbe una alternativa ugualmente coerente). Ci sarebbero varie possibilità: andere a vivere in un paese dove ancora si vive di baratto, dove ci si possa inserire in una comunità relativamente indipendente dal resto.
Questa alternativa puo non piacere, me ne rendo conto, e non credo che la seguirò, anche se probabilmente è la più onesta. Un grande problema sarebbe infatti costituito dai figli: senza soldi, come garantire un'istruzione ai propri figli? Come dargli le opportunità dalle quali quali sono partito io? Sarebbe irresponsabile, anche considerando il fatto che magari avranno una accezione della vita totalmente diversa dalla mia.
Una seconda possibilità consisterebbe nel continuare a vivere nel sistema e rispettarne le regole, cercando di non farci influenzare. Fare il più possibile di ciò che desideriamo coltivare veramente e intanto guadagnare i mezzi per vivere e dare delle prospettive alla nostra prole. Questa scelta risulta più facile quando il lavoro che facciamo ci gratifica perchè lo facciamo per passione, quindi attenzione: lavorare sì, ma cerchiamo di fare ciò che più ci aggrada, non soffriamo inutilmente e cerchiamo di non odiare.
Una ulteriore possibilità (quella che mi convince meno finora), sarebbe sfruttare i meccanismi stessi del sistema per fregarlo e rendersi indipendenti economicamente e intellettualmente. Il ragionamento che si potrebbe fare sarebbe: "tu sistema mi vuoi castrare? E io ti fotto con le tue stesse mani!". Attenzione però a chi si va a fottere. E' moralmente diverso rubare al ricco e rubare al povero: la prima cosa è più giustificabile, anche se ugualmente non del tutto corretta. Pensate alle ghignate che vi fate se svaligiano una villa di Berlusconi e a quanto vi fa arrabbiare una vicenda come il crack parmalat, in cui sono stati rovinati molti piccoli risparmiatori, magari pensionati che hanno perso tutti i loro soldi. -Notare che la legge punisce di più il furtarello che le grandi porcate, spesso del tutto legali-

Per una ultima opzione che ora mi viene in mente consiglio di guardare "fight club". Ho rivisto il finale stamattina e mi sono venute lacrime di commozione...

Mi raccomando, se concordate lavoriamoci assieme, in caso contrario spiegate le vostre ragioni, parliamone, non facciamo i disfattisti, ne va della nostra serenità.

all'Amore:

Veniamo divisi, messi in competizione, viene coltivato l'odio verso gli altri per scopi turpi (odio verso i terroristi, musulmani, immigrati ecc.), tutto per l'interesse irrazionale di alcuni. Rendiamoci conto che non dobbiamo essere soli. Siamo circondati da persone, amiamole. Diamo affetto alla gente e vedremo che ci tornerà affetto. Abbiamo una vita sola, non sprechiamo nell'astio, nella diffidenza, nel rancore. Perdoniamo e saremo perdonati. Lo diceva pure Cristo, poverino, è stato manipolato perfino lui nell'interesse dei soldi. Parliamo alle persone, arricchiamoci a vicenda, non pensiamo di essere meglio degli altri, nessuno è immortale. A' livella alla fine passerà su tutti, intelligenti, stupidi, belli e brutti. Non viviamo riempiendoci il cuore con sentimenti negativi, stiamo sereni e vivremo meglio, è l'unica cosa che possiamo fare.
Sembra ridicolo se lo dico io, me ne rendo conto, è che oggi sono sentimentale, cosa posso farci? Se volete una fonte più autorevole leggete Terzani, non so che dirvi.
Voglio bene, sarà la stagione, sarà una malattia, spero duri.

martedì, agosto 29, 2006

Aspettando il risveglio.

Sono in letargo... E' arrivata la primavera, ma non riesco a svegliarmi. Datemi una botta in testa che magari serve a qualcosa.
Il post impooortante è in costruzione, intanto vi allieto con questa bella immagine:


Leopardi? Baudlaire? Novellini... è questa la poesia del nuovo millennio!

Nota

Sono euforico e mi rendo conto di quanto sia ingiustificato: giovane, sano, nel pieno delle mie capacità, ma con una vita sessuale peggio di un lombrico. E dire che sarebbe l'unica cosa a contare veramente. Speriamo che la natura non si incazzi... (farebbe bene!)

lunedì, agosto 28, 2006

...

Datemi una droga
che sia forte
che sia assuefacente
che non mi faccia tornare indietro
che mi faccia diventare animale
che mi liberi

Give me the sun, mother

domenica, agosto 27, 2006

Castrati

Le banalità scritte nei giorni passati sono frutto di ragionamenti che ho scoperto segiure un filo comune. Portano ad una conclusione che trovo importante per capire un una grande causa di angoscia.

Premetto per maggiore chiarezza una metafora che si trova nel fumetto "Berserk". [Devo dire a proposito che alle volte si possono trovare in fumetti e romanzi concetti degni dei più illustri filosofi.]
Il protagonista del fumetto, il solito superuomo molto grosso ed incazzoso, passa i primi trenta numeri al seguito di una compagnia di mercenari e lentamente capisce che non sta seguendo il proprio "sogno"(scopo, autorealizzazione), ma il sogno del capo della squadra. Decide così di abbandonare tutto e seguire i propri interessi, il proprio destino, senza fungere più da mezzo per la realizzazione dei desideri altrui. Il concetto sembra parecchio banale in sè, ma applicato alla vita delle persone che ci vivono intorno e alla società, assume uno spessore rilevante.

Penso: che scopo sta perseguendo un impiegato di benca? Sta facendo il suo lavoro perchè gli piace o sta fungendo da mezzo inconsapevole per la realizzazione di sogni altrui? Senza condizionamenti sceglierebbe di fare l'impiegato di banca? Ne dubito fortemente. Come mai ha scelto quella strada? La risposta è banale: procurarsi il mezzo per vivere, i soldi.

In ogni era le persone sono spinte dalla società in cui vivono a dare per valide le regole su cui la società si basa. Se così non fosse i sistemi (come ad esempio il nostro capitalismo) non reggerebbero.
Se si mettesse in discussione che i soldi sono un mezzo corretto per "gestire la società" si metterebbe in discussione lo stesso capitalismo. Siamo sicuri di conoscere le tremende aberrazioni che il soldo porta con se? Come la qualità della nostra vita venga pesantemente diminuita?

Facendo un parallelo con la metafora del mio amato fumetto, si potrebbe dire che l'impiegato lavorando in banca non lo stia realizzando direttamente il suo sogno, ma stia cercando di ottenere il mezzo per realizzare il suo scopo: i soldi gli serviranno per fare il mutuo sulla casa, comprarsi la macchina, pagare gli studi ai figli ecc. Lo scopo che lavorando attua direttamente è lo scopo del propietario delle banca: che la banca funzioni bene. Se facciamo lo stesso discorso anche per il propietario della banca e chi è sopra di lui, arriviamo a concludere che tutti stanno agendo per lo stesso "sogno": il manteniomento del sistema.

Badiamo bene che chi ci guadagna, nella nostra società c'è sempre; dietro ad ogni avvenimento, dietro ad ogni scelta ci sono i soldi . Questo meccanismo funziona così liscio, perchè il lavoratore è convinto di perseguire il suo scopo: pagare il mutuo per la casa, pagare le rate della macchina, mantenere una posizione rispettabile nella società, essere un buon padre di famiglia, ecc.. Non si rende conto che questi non sono sogni suoi, ma sono propri del sistema in cui vive. I modelli che si seguono non ce li siamo fatti da soli, ci sono stati propinati. Il capo dei legionari ci convince che vogliamo combattere a suo fianco, ci fa credere di avere ragione e noi finiamo con il fungere da mezzo per i suoi fini, rovinandoci la vita senza rendercene conto! Viviamo male, stiamo male e non capiamo il perchè: è talmente grande che non lo vediamo.
Lo scopo che viene realizzato parallelamente è quello del "capo dei mercenari", che identifico nello stesso sistema. Penso che siamo tutti, o quasi, vittime di un meccanismo con vita propria, che va avanti da solo e miete vite su vite.

Il discorso sembra esagerato, in vero è molto peggio.
Ogni giorno vado in biblioteca a studiare con il fine di laurearmi (facciamo finta sia solo quello). La laurea mi servirà per lavorare, il lavoro mi servirà per avere il mezzo per vivere: i soldi. In pratica si puo dire che tutta la vita viene dedicata al raggiungimento dello scopo del capo della compagnia mercenaria. Studio infatti per svolgere un ruolo che il sistema richiede, di cui il sistema ha bisogno, non io. Il sistema indirettamente preme perchè io segua le sue regole e lo perpetui, convincendomi che quello che sto perseguendo sia stato scelto da me.
Penso a come vivrei senza la necessità del vil denaro e senza pressioni esterne. Probabilmente copulerei, proverei droghe, dipingerei, scriverei, coltiverei i miei veri interessi. Il tutto senza stress e senza imposizioni.
Siamo dentro ad una macchina che ci tiene castrati da quando siamo nati a quando muoriamo! Viviamo in funzione dei ritmi e dei bisogni altrui. Come le formiche nel formicaio, con la differenza che possiamo rendercene conto. Seguiamo ritmi allucinanti (vedi i giapponesi), stiamo male, e questo solo perchè pensiamo che sia questo il giusto stato delle cose. Non ci viene data la possibilità di fare ciò che desideriamo, perchè non sappiamo di desiderarlo: siamo diventati degli impotenti.

La causa prima di morte nella società occidentale sono malattie causate dallo stress! Siamo ancora sani di mente? Non è venuto il momento di chiedersi come siamo potuti arrivare fino a questo punto? Come mai la malattia più diffusa è il vivere male che ci porta al mal di vivere?

Siamo tutti, dal primo all'ultimo vittime di questo meccanismo, dal ricco al povero, anche se forse non in ugual modo. Viviamo male. Non solo siamo tutti vittime, ma siamo contemporaneamente tutti carnefici; per fare un po' di confusione si puo dire che agiamo sovvenzionando il sistema che ci impone come agire, il tutto senza più chiederci se sia giusto o meno. Sicuramente c'è una differenza nelle responsabilità dei singoli individui: chi se ne approfitta di più per ricavare più guadagno sarà senza dubbio più responsabile di incrementare questo circolo malato. Rendiamoci conto, caro Berlusconi di turno, che ti stai dannando, stai vendendo l'anima al diavolo per soldi e potere che porterai con te nella tomba. Stai letteralmente rovinando la vita a migliaia di persone e alla fine non ne ricaverai un cazzo! Non sarà il potere a renderti immortale. Ne vale la pena?


Ci sono alternative? Penso di si ma ne scriverò domani. (se adesso non dormo un po' domani sarò tipo zombie - e non è il caso....)

Ciao, cara vecchia evoluzione!

Siamo angeli decaduti o animali troppo intelligenti? Se siamo animali troppo intelligenti, cosa ci distingue dagli alti esseri viventi? Una cosa fondamentale: il nostro cervello che ci ha fatto elaborare un linguaggio e ci ha dato la capacità di astrarre. Questi sono i mezzi per tramandare le conoscenze e quindi le basi per organizzarci in una struttura sociale complessa.

Siamo l'unica specie che non segue più le leggi dell'evoluzione: nella società umana non c'è più una selezione naturale che si basa su criteri fisici ma culturali (che non vengono però selezionati). Abbiamo fregato la legge su cui si basa la vita e siamo divenuti così il risultato finale (sempre che non ci si estingua tutti-sarebbe divertente...!).
Per essere più chiaro: l'evoluzione si basa sulla selezione delle qualità fisiche più adatte ad un determinato ambiente, non dando la possibilità ai soggetti meno adatti di trasmettere i propri geni. Questo avviene con la morte del soggetto meno adatto, o con la scelta da parte della partner del soggetto comunque più forte e con più possibilità di sopravvivere. Il soggetto meno adatto non ha più la possibilità di riprodursi e così i suoi caratteri genetici vengono persi.
Nell'ambiente umano è stata eliminata la morte come fattore selezionante (almeno si spera...), e, fattore più rilevante, non si ha più una scelta del partner secondo criteri prettamente fisici, ma molto di più di tipo culturale: un ricco imprenditore viene considerato più adatto di un operaio per fare un figlio, perchè da più sicurezza dal punto di vista economico, fattore(la ricchezza e lo status sociale) che non è però trasmissibile alla prole...

Ciao ciao caro Darwin, è stato un piacere, magari ci si rivede in futuro.

sabato, agosto 26, 2006

questo blog:

Mi sono reso conto di sentire la necessità di capire e spiegare il motivo di esistere di questo blog. E' nato per pura curiosità e devo dire che mi sta piacendo. Il fatto è che nella mia mente da un bel po' di tempo regna un casino tremendo e mi rendo conto che scrivere i pensieri mi aiuta a risolverlo. Sopratutto perchè scrivo cercando di farmi capire il meglio possibile da altri e quindi sento la necessità di rendermi più chiari concetti che ho in testa. Ho provato una volta a scrivere un diario solo per me e il risultato è stato un delirio che a rileggerlo non ci capivo niente.
Dopo anni burrascosi sento che si sta delineando un concetto di futuro relativamente sereno. Delle idee che levano parte dei dubbi più angoscianti.
Ora che ho aperto questo blog vorrei che qualcuno le mettesse in discussione e possibilmente le distruggesse.
Non penso ci si debba fermare difronte al brimo barlume di sole, è fondamentale cercare, mettere in discussione, confrontare... in alcuni casi dormire (tipo adesso, che sto iniziando a delirare dal sonno).

Le convinzioni, più delle bugie, sono nemiche pericolose della verità. (Nietzsche)

Contro la democrazia

Ho scelto un titolo provocatorio (così magari qualcuno lo legge e spero lo critichi) per un argomento che mi ha dato a lungo da pensare e si ricollega al primo post.
La mia critica si rivolge al sistema democratico che esiste oggi nel mondo occidentale, non al concetto di democrazia che in sè sarebbe per molti aspetti giustificabile.
Fondamentalmente nella nostra società il sistema democratico si esprime dando il potere alla maggioranza della popolazione di fare delle scelte che poi si riperquotono su tutti. Ecco subito individuata la magagna: la maggioranza che decide sa fare la scelta più pensata e razionale? E' abbastanza informata? La risposta è palesemente davanti ai nostri occhi: NO!
Chiunque si ineressi un po' di cosa stia succedendo nel mondo si puo rendere conto che siamo governati da barbari. Basta vedere chi è al governo in America e chi è stato (e sta) al governo in Italia per rendersene conto. E' sufficiente utilizzare un briciolo del mio adorato buonsenso per capire che non è una scelta pensata e razionale mandare al governo una banda di affaristi che per aumentare il loro potere non si fanno scrupoli e vanno a fare la guerra in giro per il mondo o, come è successo in italia, utilizzano i poteri delegatigli per fare leggi che li salvino dalla prigione. Questo solo per citare le porcherie più palesi e note. Ce ne sarebbe da dire... tornerò sull'argomento.

[A proposito del governo americano, consiglio a tutti di andare a informarvi sulla setta massonica "skull and bones" su wikipedia o su http://www.disinformazione.it/skullandbones.htm per citare alcune fonti attendibili. Rimarrete quantomeno sorpresi]

Questi e molti altri soggetti eletti democraticamente si sono rivelati una forte minaccia per il mondo e per il loro stesso popolo. Sarebbe giusto chiedersi dove sia l'inghippo che rende possibile un tale malfunzionamento di una macchina da noi considerata così nobile che chiamiamo democrazia.

La mia personale conclusione è che la rotella malfunzionante sia dare il potere alla maggioranza dell' elettorato. Faccio un semplice esempio: è stata data la possibilità al popolo italiano (che errore!) di esprimersi sulla questione delle cellule staminali. Non si è raggiunto il quorum e non è stata sdoganata la ricerca sulle staminali, mentre la stragrande maggioranza della comunità scientifica(quindi gente informata) si era espressa a favore. Il punto è: è corretto dara la possibilità ad una persona di esprimere la propria opinione (che condizionerà poi la vita di tutta la comunità!), senza che la persona interpellata sia competente sull'argomento su cui si deve esprimere??? In soldoni: è giusto dare la possibilità ad una massaia di campagna che non ha avuto la possibilità nè magari l'interesse di informarsi su cosa siano le cellule staminali, di esprimersi sull'argomento influenzando così la mia e la vostra vita? Magari la ricerca che sarebbe stata svolta avrebbe potuto portare ad una terapia per qualche malanno che io o voi potremmo prenderci (tiè, tiè, tiè....). -la questione ci riguarda in prima persona!-

Vogliamo dare a tutti gli stessi diritti o vogliamo piuttosto il bene nostro e del resto del paese? Forse sarebbero possibili entrambe le cose ma solo se venissero attuati dei cambiamenti allo stato attuale. Oggi ritengo che non sia affatto produttivo il suffragio universale, sopratutto considerando il mezzo che la stragrande maggioranza della popolazione utilizza per informarsi: la nostra amica televisione!
Il predominio della televisione sugli altri media è incontestabile, in America meno del 3% della popolazione legge libri e meno del 15% legge giornali, ma tutti hanno la TV. Per fortuna sta crescendo internet come fonte di informazioni...

Il discorso si fa interessante con l'arrivo di questo immensa macchina di informazione di massa. Le domande da farsi sono: chi ci informa? Come lo fanno? Perchè?
Vivendo in una società ormai divenuta "turrrbocapitalista" la risposta è sempre la stessa: i soldi. I soldi governano il mondo, è triste ma vero. I soldi corrispondono a potere e il potere è in mano di pochissimi. I potenti utilizzano i soldi per fare più soldi e per rimanere al potere. Quale mezzo migliore se non il più diffuso e fruibile?
Sto parlando di un meccanismo che in parte si autoalimenta e in parte viene manipolato. C'è un forte desiderio di disimpegno ed intrattenimento da parte delle masse(dovuto prevalentemente ai ritmi a cui sono sottoposte), che si unisce al volere da parte del potere di mantenere il proprio status. Il risultato è una che da una parte c'è lo share che fa aumentare la richiesta di informazioni disimpegnative (vedi la quantità di cronaca che domina i telegiornali-perfino quelli badano allo share e non all'informazione!-), che trasmettono (anche grazie ad una certa manipolazione dall'alto) prevalentemente valori che rafforzano l'idea che lo stato delle cose sia giusto così com'è. I valori di cui sto parlando sono naturalmente quelli occidentali, cioè americani. Basti pensare al cinema durante la guerra fredda, ai film con cui allora veniva imbottita la popolazione, o ancora ai valori trasmessi dai film americani che arrivavano in Europa nel dopoguerra: un concentrato di status simbol della società moderna che serviva a far apprezzare le merci americane, quindi vendere, quindi guadagnare e intanto diffondere l'ideale della società capitalistica, minacciato dal fronte comunista russo.
Questo processo non si limita ad influenzare gli adulti, inizia ad influenzarci da quando siamo piccoli: pensiamo ai cartoni della Disney per dirne una: continue lotte tra bene(società americana capitalista) e male(gli altri...). Altro eclatante esempio: i videogiochi (che occupano una fetta di mercato che come giro di soldi ha superato ormai persino il cinema), appassionano sopratutto i più giovani e trattano prevalentemente di guerra e "buono contro cattivo". Un caso estremo è rappresentato da "America's Army": gioco sparatutto molto ben fatto in cui si devono uccidere terroristi, distribuito assolutamente gratis in rete dall'esercito americano, per invogliare i giovani ad arruolarsi. Se questo meccanismo non funzionasse, avrebbero speso milioni di dollari per produrlo?

Non penso che questi valori, oggi comunemente accettati, siano parte integrante della cultura europea precedente alla seconda guerra mondiale: basta dare una letta ai racconti popolari che circolavano in Europa a inizio secolo(vedi fratelli Grimm). La maggiorparte di queste storie ha come personaggi soggetti spesso molto sfaccettati, con luci ed ombre, e , cosa ancor più importante, la morale che se ne ricava è molto spesso una lezione su come va il mondo, una lezione di vita vera, non di vita da cartone animato.

Questo discorsi valgono chiaramente solo se ci si riferisce alla massa, non al singolo individuo che magari legge giornali, si informa e ha senso critico sufficiente per non bersi tutto quello che gli viene proposto.

Ora uniamo i due discorsi: quello sulla democrazia odierna e quello sulla comunicazione di massa. Otteniamo che, grazie al suffragio universale proprio della nostra civiltà occidentale e al tipo di informazioni trasmesse ai votanti che per la stragrande maggioranza non sono critici, l'opinione della maggioranza coinciderà sempre maggiormente con il volere di chi è al dal potere.
Un esempio chiaro è come l'11 settembre sia stato utilizzato dalla lobby che comanda l'America(la loggia "skull & bones"-che fascino che hanno le teorie cospirative!-Se interessati consiglio assolutamente "Loose change, second edition", bel documentario che trovate gratis in rete) per suscitare panico di massa e invadere l'Afghanistan e in seguito l'Irak, senza che ci sia stata una sommossa delle masse degna di nota (quelle che ci sono state, sono state fortemente sminuite dai media), come è accaduto invece ai tempi del Vietnam ('68 ecc.). La mia spiegazione? Ci siamo rincoglioniti, o meglio: ci hanno rincoglioniti. Se si va avanti di questo passo ci accorgeremo forse quando sarà troppo tardi di essere finiti in un 1984 Orwelliano. -Spero fortemente di sbagliarmi- Qualcuno mi dica che mi sbaglio, per piacere.

Preciso che ritengo ci siano possibilità migliori di organizzare la società umana della democrazia, comunque ecco una proposta utopistica per una democrazia moderna che funzioni un po' meglio:
Il primo passo sarebbe eliminare il suffragio universale, il secondo, dare la possibilità di votare solo a persone che abbiano passato un severo esame che certifichi che il votante sia informato su ciò che sta andando a decidere. Il terzo passo sarebbe garantire la possibilità a tutte le persone di informarsi e capire chi o cosa stanno per andare a votare. Si potrebbe attuare con dei corsi serali, o magari obbligare i datori di lavoro a organizzare incontri di divulgazione di informazioni...chi ne ha, più ne metta.
Altro migloramento indispensabile consisterebbe nel cambiare la classe politica dirigente, ma questa è un'altra stora...

mercoledì, agosto 23, 2006

Fermiamoci

La domanda che mi sono posto tempo fa è stata: "ma questi ragazzi che vedo tutti i giorni in biblioteca a studiare economia aziendale o di altro tipo, che cosa stanno imparando?"
Ho cercato una risposta per lungo tempo...

Arrivo al punto per non seccare: da noi in occidente ci sono imprenditori e altri soggetti che guadagnano in un giorno lo stipendio di un mese di un operaio, spesso faticando di meno (e trombando di più)). Un economista che sostiene il nostro sistema economico riesce a spiegarci e a giustificare come e perchè questo succede.

Fermiamoci un momento per renderci conto che non c'è 'altro da aggiungere. La malattia del nostro sistema di distribuzione dei beni sta tutta qui, ed è molto più semplice di quanto ci facciano credere: va contro il buonsenso.
E' senza senso sostenere che una persona si merita cento parti in più di un'altra solo perchè fa un lavoro diverso e non penso che si possa dare credito a persone, colte che siano, che sostengono il contrario.
Una puttanella che canta canzoncine in tv merita forse di più di un muratore che sgobba, magari sotto al sole, per dieci ore al giorno, in nero, e si prende solo 800 euro al mese? Naaah!

Il fatto che siano stati scritti tomi su tomi che giustificano questo tipo di profonda ingiustizia puo dare da pensare. Una persona potrebbe interrogarsi e giungere ad una conclusione tipo: "avranno ragione loro, io che ne so, non mi sono mai interessato di queste cose, non ho voce in capitolo".
Penso che questo sia un errore fondamentale molto comune, su cui il "sistema"(bestia strana e interessante), come anche le religioni, marciano alla grande. Quei tomi e quei dottoroni che ne parlano evocano un'aurea di mistico rispetto, ci fanno sentire ignoranti e non abbiamo il coraggio di contestarli. Tutto questo mentre il buonsenso ci suggerisce (almeno spero succeda anche a voi) che ci sono dei paradossi enormi alla base dela nostra società che non si possono giustificare con nessun trattato!

Torno ai ragazzi che studiano economia: stanno entrando in un gigantesco castello senza accorgersi che mancano le fondamenta. Non si fermano un attimo prima ad ascoltare cosa gli dice il buon senso ma iniziano ad interessarsi subito alla complessa suddivisione delle stanze di questo meraviglioso castello, ai suoi bei quadri, ai suoi affascinanti orpelli (cosa ci sia di affascinante nell'economia aziendale non lo so ma evidentemente a molti piace...).

Sto parlando da un po' di "buon senso", dando per scontato che sia una accezione comune. Onde evitare incomprensioni: per "buon senso" intendo ciò che ci fa distinguere a pelle tra giusto e sbagliato. Senza andare troppo nella teoria: segue il buonsenso ciò che migliora la condizioni comuni o personali senza andare a privare altre persone delle loro libertà ecc. In soldoni significa fare in bene senza rompere le scatole a nessuno. Dovrò tornare su questa definizione perchè la sento un po' pericolante, ma quello che mi interessa al momento è che si capisca grossomodo cosa intendo.

Lo stesso discorso vale per la religione. Prendo in esame la religione cattolica perchè è quella che sento di conoscere meglio: chiedete ad un prete come mai Cristo non abbia mandato il suo messaggio agli africani o ai cinesi e sentite cosa vi risponde. Chiedetegli come mai, se Dio è infinitamente misericordioso, esiste l'inferno. A queste e ad altre domande (ce ne sarebbero a bizzeffe) il prete non saprà dare una risposta che abbia senso senza appellarsi alle sacre scritture e tirando in ballo dogmi ecclesiastici. Nessun prete ci dirà che a Cristo stavano sulle palle i negri e i musi gialli (per fortuna...), o che Dio ha un senso dell'umorismo molto particolare; anche se probabilmente sarebbero le uniche risposte sensate (non giuste ma sensate, che seguono un filo logico senza appellarsi a troppi fronzoli esterni).

Trovo ci sia da ridire anche sulle basi del nostro sistema legislativo. Da ignorante in materia giudico quello che vedo e devo dire che non mi piace. Vengono messi in galera tossici e poveretti che magari si sono scaricati un film da internet o hanno rubato per disperazione, mentre è chi ci governa a fare le più grosse maialate. QUESTO NON VA BENE!
Basti vedere che gente c'è al parlamento (a destra e sinistra): mafiosi, pregiudicati, persone coinvolte in giri di mazzette...chi ne ha più ne metta. Ancora più angosciante è il fatto che i servizi segreti della democrazia più grande del mondo siano i primi ad agire contro i diritti umani e siano accusati di tirare le redini del traffico internazionale di droga (figuriamoci se si fanno sfuggire un affare talmente redditizio!). Proprio loro che si spacciano per paladini della libertà e della giustizia. -Questi sono solo banali esempi-
E' il buonsenso a dire che questo sistema di leggi è sbagliato, ma provate a spiegarlo a chi le leggi le studia e le fa: la risposta sarà che è legale (almeno la prima parte, gli affari della CIA sono un'altro paio di maniche), magari ammettendo che non è del tutto corretto. Penso che si possa dire che questo sistema non segua il mio amato buon senso.

Il problema che a questo punto mi pongo è: chi trae giovamento da questo oscurantismo attorno a problemi che minano così profondamente la nostra struttura sociale? Chi ha interesse a tenere su questo immenso baraccone pericolante che vive di ingiustizia e ignoranza? Chi trae giovamento dal fatto che ci siano milioni di persone che studino e seguano queste regole così palesemente minate alla base? La risposta è...